Ogni istante, in ogni luogo, facciamo esperienza di pensieri e sensazioni che ci allarmano e condizionano le nostre scelte. I pensieri sono il risultato di un lunghissimo processo di evoluzione grazie al quale abbiamo acquisito, e tramandato, la capacità di gestire i problemi prima ancora che essi si siano presenti.
Siamo in grado di vivere l'esperienza del morso di un cane anche in sua assenza; il solo immaginare la scena determina un vissuto di terrore e sofferenza.
Tali sensazioni guidano le nostre azioni nel tentativo di evitare un pericolo che, fortunatamente, esiste soltanto nella nostra mente.
Questo atteggiamento si chiama FUSIONE COGNITIVA. Caratteristica intrinseca all’attività del pensare che ha garantito enormi vantaggi alla nostra specie: nei tempi in cui vivevamo nelle caverne, abbiamo acquisito la capacità di evitare pericoli importanti per la nostra sopravvivenza, semplicemente ascoltandone la descrizione di chi ne ha fatto esperienza prima di noi.
Oggi, allo stesso modo, evitiamo una fregatura, facendo shopping online, semplicemente leggendo le recensioni negative di altri utenti ed attribuendo a quelle parole le stesse caratteristiche possedute dalla circostanza reale.
In realtà stiamo solo gestendo dei pensieri nella nostra mente, idee tanto potenti da guidare le nostre scelte (rinunciare ad acquistare quell’oggetto da quell’utente).
Se da una parte ne abbiamo ricevuto vantaggi, dall’altra ne abbiamo avuto anche dei limiti.
Immaginate di trovarvi comodamente seduti sulla vostra poltrona mentre guardate la tv. Ad un certo punto nella vostra mente compare il pensiero: "il lampadario sta per cadermi in testa".
Di fronte a questo pensiero è probabile che si provi paura e di conseguenza che si scelga di alzarsi dalla poltrona, raggiungendo una posizione di sicurezza e confort.
Il pericolo che ha guidato le nostre azioni è presente soltanto nella nostra mente, solo nei nostri pensieri, frutto di una rappresentazione arbitraria, distorta della realtà. Questo surrogato della realtà, correlato da un ampio repertorio di emozioni e sensazioni, diviene pericoloso in seguito al rapporto che assumiamo nei loro confronti. Nello stato di fusione, infatti, non riusciamo a percepire la reale distanza che esiste tra la realtà oggettiva e quella descritta dai nostri pensieri.
Quando un pericolo, un giudizio negativo, una sensazione, esistono soltanto nella nostra mente, quando solo noi possiamo notarli ed all'esterno le circostanze non sono collegate "concretamente" al contenuto di quei pensieri, allora non stiamo gestendo un problema bensì "l'idea di un problema".
Gestire l'idea del problema non produce soluzioni concrete, ma solo scenari difficili da gestire o fronteggiare, non perchè non ne siamo all'altezza, ma perchè quegli scenari esistono solo nella nostra mente ne non possono essere controllati a nostro piacimento.
Esiste una strategia molto efficace per riconoscere la differenza tra fusione cognitiva e defusione.
Provate a pensare ad uno dei giudizi o pensieri negativi che di solito la vostra mente vi propone:
"Non sono abbastanza bravo"
"Non sono all'altezza"
Non sarò mai felice"
In uno stato di fusione cognitiva questi pensieri descrivono una realtà che produce forti emozioni e sensazioni. A questa realtà, presente solo nella nostra mente, reagiamo con azioni coerenti agli stessi pericoli "immaginati".
A chi piacerebbe la prospettiva di una vita in cui non si sarà mai felice?
Se avessimo la certezza di dover vivere in questa condizione, di certo, ne soffriremmo. E' come se la nostra mente avesse la "presunzione" di poter prevedere il futuro e informarci su come andranno le cose nella nostra vita. Nel farlo, amplifica i pericoli e ne evidenzia gli aspetti più negativi e le circostanze più difficili da gestire. Questo, in uno stato di fusione, determina dolore e sofferenza.
Se invece questo pericolo fosse soltanto un pensiero, uno dei tanti che affollano quotidianamente la nostra mente, un pensiero per nulla diverso da un altro che dice "sono superman", "sono la regina d'inghilterra" che non ha nessun legame con la realtà, che esiste solo nella nostra testa, produrrebbe le stesse emozioni, lo stesso stato di allarme?
E se questo pensiero fosse presente in una lingua diversa dalla nostra, una lingua a noi sconosciuta, produrrebbe lo stesso disagio?
Fortunatamente non è necessario sperare che un pensiero possa cambiare lingua o il suo contenuto, siamo in grado di "stare" con qualsiasi contenuto di pensiero senza che questo debba necessariamente condizionare le nostre scelte.
Siamo sempre noi a scegliere quale rapporto avere con i pensieri. Siamo noi che scegliamo se vivere una condizione di fusione o distacco dai pensieri.
Questo "nuovo" stato della mente si chiama FLESSIBILITA' PSICOLOGICA, la capacità di agire in modo coerente ai propri obiettivi e valori, nonostante dentro di noi vi sono pensieri ed ostacoli che rendono difficile il nostro agire.