L'attuale contesto socio-sanitario descrive una preoccupante ripresa dell'emergenza legata al CoronaVirus. Le nostre menti sono abili ed estremamente sensibili nel rispondere alle caratteristiche più significative del nostro spazio di vita, soprattutto in riferimento ai pericoli ed alle circostanze ritenute significative per il nostro benessere. Si stanno riducendo notevolmente le opportunità di interazioni sociali, i vissuti di ansia e incertezza sono percepiti in modo più significativo e preoccupante, determinando la comparsa di nuove abitudini e atteggiamenti compulsivi, nel tentativo (poco utile) di fronteggiare le proprie preoccupazioni e incertezze.
Sento dire spesso che questa nuova ondata sarà meno pericolosa, che il virus è meno aggressivo e che il contagio non sarà pericoloso come in precedenza. A me non preoccupa il virus ma questo atteggiamento, temo l'assenza di paura e cautela con cui le persone circolano per le strade, tra i negozi e i locali. Temo la leggerezza ed il rinnovato coraggio con cui stiamo prendendo il virus sotto gamba, tempo la fiducia con cui abbiamo nuovamente ripreso i contatti sociali e ridotto le più elementari forme di cautela e misure di sicurezza. Mai come adesso è importante provare paura e agire guidati da essa. La paura ci ha permesso di salvarci la pelle durante la prima ondata, di assumere atteggiamenti sicuri e cauti nei confronti di tutte quelle situazioni a rischio in cui il virus trovava linfa vitale! La paura ci ha fatto stare male ma allo stesso tempo ci ha fatto capire quanto di importante rischiava di andare perso per sempre, per cosa valeva la pena rinunciare alle nostra abitudini e sacrificare la nostra libertà!
Se la paura non fosse cos' preziosa nelle nostre vite non sarebbe strano notare persone attraversare strada senza controllare che stiano passando veicoli, guidare in auto passando con il rosso ad un semaforo o scalare una montagna senza l'uso di cavi di sicurezza.
Nel corso dell'evoluzione, la paura ha dotato gli esseri umani di uno straordinario strumento di adattamento, la pura è in grado di guidare le nostre azioni in modo preventivo anche quando il pericolo non è ancora accaduto ma in tutte quelle circostanze in cui ne abbiamo fatto esperienza, o altri per noi.
Il Coronavirus ci ha concesso qualche mese di tregua e questo ha "illuso" le nostre menti della sua innocuità o assenza.
E questo il periodo peggiore per ogni pandemia.
Un'altra terribile pandemia, la "Spagnola" si comportò proprio in questo modo. La prima ondata venne interpretata terribile ma la seconda ebbe un impatto ancora più devastante, le persone e le istituzioni ne sottovalutarono la portata, questo portò ad abbassare le misure di sicurezza e le risorse stanziate per fronteggiarla, si trattò di una vera e propria strage.
In casi come questi, anche se la paura sembrava essere sparita all'inizio, essa non si fa attendere ma si presenta sotto forma di terrore. In quel caso la paura perde la sua funzione adattiva, diventa come una nuvola scura che avvolge tutto: gli individui perdono fiducia in tutto, perdono speranza e si mettono in campo comportamenti non più adattivi e utili alla sicurezza ma rigidi e spesso dannosi, come per esempio il totale isolamento, l'evitamento delle più elementari ed utili attività socio lavorative, la diffidenza, il sospetto, l'aggressività e spesso le condotte autolesive gravi.
Possiamo ancora ripristinare adeguati livelli di sicurezza e cautela, anche senza il prezioso aiuto della paura, ma non la responsabilità e il senso civico!