Il termine stress é un concetto di cui spesso di abusa. Lo si utilizza per descrivere ogni circostanza in cui sosteniamo uno sforzo o sacrificio: "oggi ho lavorato troppo, sono veramente stressato". In realtà non è proprio così che vanno le cose. Quando siamo sottoposti ad una condizione di stress il nostro organismo si modifica nettamente nel suo funzionamento biologico, comportamentale, e cognitivo. Viene prodotta una sostanza, il cortisolo, nel tentativo di incrementare la quantità di energia necessaria al nostro organismo, agiamo comportamenti di attacco o fuga, ragioniamo in modalità primitiva e non in modalità logico deduttiva. Prima di soffermarmi sulla modalità di ragionamento primitivo, vorrei definire in modo semplice ed esaustivo il concetto di stress: definisce il risultato di eventi e stimoli esterni ai quali non siamo ancora preparati e verso i quali, quindi, non abbiamo sufficienti strategie per agire in modo efficace. Sarebbe come se un elettricista, recandosi nell' abitazione di un cliente (a sua insaputa straniero) si ritrovasse a dovere svitare delle viti per le quali non ha l'attrezzo adatto nella sua bosa degli attrezzi. A questo punto, forte del suo bisogno di lavorare e guadagnare, prova ugualmente a svitarle utilizzando quello che ha a disposizione. Magari utuizzerá una pinza o trapano, riuscirá nel compito, ma che prezzo ha avuto quella strategia? Di quelle 50 euro guadagnate 15 le dovra investire per riparare quanto danneggiato. Lo stress é quindi il rusultato del tentativo di gestione di situazioni per le quali non abbiamo adeguate risorse, scegliendo pertanto di agire nel modo più efficace ma al contempo dispendioso. Come anticipato, una delle modalità con cui gestiamo lo stress a livello cognitivo é la modalità di pensiero primitivo. Quando una fonte di stress agisce nel tempo, essa impegna la maggior parte delle nostre risorse. Nel tentativo di resistere ed attendere che la minacia cessi impieghiamo la nostra attenzione e concentrazione nel tentativo di monitorare tutti quei segni che crediamo (arbitrariamente) legati al problema. Considerando che il nostro sistema nervoso, nonostante la sua complessità, é limitato ed imperfetto, entra in gioco un meccanismo curioso. Sappiamo, grazie agli studi di McLean che nel nostro cervello convivono tre differenti anime: la parte più antica, detta cervello rettiliano, una parte intermedia dove hanno sede le emozioni e la nostra memoria detta sistema limbico, e la parte più evoltua in cui ha sede il linguaggio detta neocorteccia. Ognuna di queste parti esercita ancora oggi una grande influenza sulle nostre scelte e sulle nostre azioni. In condizioni normali , di benessere e assenza di pericolo, la neocorteccia esercita un'azione di coordinamento dell'intero sistema nervoso e delle sue funzioni, agisce in modo fine calcolando le probabilità e valutando in modo analitico gli stimoli e le circostanze con cui interagisce. Il pensiero guida questo processo e lo rende più fluido e semplice facendolo apparire coerente con la nostra storia personale, con le strutture piu stabili della nostra personalità. Quando invece siamo sottoposti a stress il nostro sistema limbico, il sistema più primitivo che preside al fronteggiamento del pericolo attaverso emozioni quali paura ed ansia, prende il sopravvento. É come se, rivolgendosi alla neocorteccia dicesse: "pischellino togliti di mezzo, adesso tocca a me occuparmi della minaccia, che ne sai tu di come di gestisce un pericolo serio, tu e le tue equazioni sarete di certo abili nel calcolo delle probabilità e delle evidenze scientifiche ma adesso quello che serve é essere rapidi e tempestivi. In questo ho un'esperienza di molti milioni di anni, tu invece esisti da "soli" 150.000 anni, cosa vuoi saperne." Purtroppo, quello che il sistema limbico non conosce ancora bene é che la neocorteccia é abile nel processo di immaginazione. Queste immagini, quasi fossero le scene di un film prooettato nella nostra mente, (starò male e la scena di me che soffro e sperimento il dolore, sbaglio a parlare e mi imbarazzo di fronte alle risate dei presenti) allertano la nostra mente e reagendo come se quelle scene fossero circostanze reali, non riesce a mantenere un confine tra la realtà e i processi mentali, condizione questa definita di FUSIONE COGNITIVA con i pensieri. Ecco quindi che quando ci troviamo a vivere circostanze rilevanti per la nostra vita, quali salute, sicurezza, intimità, stima, inclusione, la nostra mente anticipa conseguenze che potrebbero accadere e mettere a rischio uno di questi valori. Non riuscendo a cogliere la natura immaginativa di questi scenari prodotti dalla neocorteccia, il sistema limbico lancia comunque l'allerta innescando reazioni di allarme e fuga rispetto a circostanze ed eventi che esistono solo nella nostra mente. Ecco quindi che in condizioni di stress é più probabile che la nostra mente agisca comportamenti di evitamento o fuga rispetto a circostanze che in condizioni di non stress saremmo in grado di gestire in modo più efficace e flessibile. Una partita che si gioca prevalentemente nella nostra mente tra i mille perché dei nostri pensieri.